Comunicato Stampa UNGDCEC: Anche con la manovrina, tutti gli impegni disattesi
Comunicato stampa
La manovra correttiva appena pubblicata è la chiara dimostrazione che i provvedimenti degli ultimi sei mesi, introdotti in nome della “lotta all’evasione”, non servono a tale fine.
Introdurre restrizioni quali allargamento dello split payment, ma soprattutto la riduzione del limite delle compensazioni libere significa “vessare” letteralmente i contribuenti, impedendo che utilizzino dei crediti legittimamente acquisiti. Legittimamente! Non vi è, infatti, o almeno non sembra che vi sia nel nostro ordinamento, una presunzione di colpevolezza!
L’utilizzo, ormai logoro, della “lotta all’evasione” fa pensare ad una totale sfiducia nei confronti della macchina amministrativa. E’ meglio formulare norme del “non fare” , “non permettere”, che investire nella vera caccia a chi sull’evasione e sulle frodi IVA costruisce la propria fortuna. Il “Divieto” è sempre la soluzione più semplice ad un problema per un legislatore impantanato nella burocrazia.
L’esito sono norme il più delle volte incoerenti se non in contrasto con il resto dell’ordinamento tributario e con i principi cardine della normativa europea!
Si è proprio sicuri che la combinazione Split Payment, norma derogatoria ai principi IVA, e restrizione delle compensazioni libere non leda il principio di neutralità fiscale, sancito dalle norme comunitarie, facendo gravare sul soggetto passivo, in tutto o in parte l’onere dell’IVA, con sproporzionati “rischi finanziari a suo carico?
Siamo proprio sicuri che i vincoli al recupero del credito IVA, aggravati con il Decreto n. 50/2017 in nome della “lotta all’evasione”, permettano di “raggiungere efficacemente l’obiettivo” senza pregiudicare i fini e principi stabiliti dalla normativa UE quale il principio fondamentale del diritto alla detrazione dell’IVA?
Ci si aspettava, come più volte chiesto, un allargamento dei limiti di compensazione, invece è accaduto l’esatto contrario. D’altronde l’estensione dello Split Payment ai professionisti fa dubitare sulla conoscenza dei meccanismi dell’imposizione del nostro ordinamento!
Se poi si riflette sulle compensazioni da crediti derivanti da Unico, è evidente l’assoluto contrasto con la capacità contributiva: fonte principale di quei crediti sono ritenute operate, acconti versati, quindi somme trattenute in anticipo sul reddito da dichiarare.
Il quadro sembra chiaro: l’incapacità di una macchina pubblica di operare comporta la necessità di trovare soluzioni dell’ultimo minuto per racimolare quanto necessario senza riflettere sulle conseguenze per lo sviluppo del sistema produttivo.
Ancora una volta saranno i commercialisti a dover disinnescare! Saranno i commercialisti a farsi carico dell’applicazione di norme che si accavallano tra di loro, il più delle volte senza la disciplina, voluta o meno, di un periodo transitorio. D’altronde, l’ulteriore ricorso al visto sembra confermare la volontà di voler ribaltare sui professionisti la fase del controllo, senza alcun formale riconoscimento!
L’UNGDCEC ha sempre agito in maniera responsabile, consapevole che “urlare”, solo per alzare la voce, non serve, non serve ai giovani colleghi, che subiscono in maniera esponenziale le conseguenze d’interventi fatti senza riflettere su chi sta costruendo il proprio futuro.
La manovra, per come è formulata, sembra andare contro ogni buon proposito di voler ricostruire un percorso di collaborazione con chi ormai supplisce, silenziosamente, ad un sistema che mostra quotidianamente l’incapacità a gestire la macchina fiscale.
L’UNGDCEC è, come sempre, pronta a costruire, fin tanto che vi siano segnali di una volontà in tal senso; altrimenti siamo pronti a riprendere la protesta laddove l’avevamo sospesa.
La Giunta UNGDCEC
Roma, 26 aprile 2017