Comunicato stampa UNGDCEC 1-12-2020 Dalla NOSTRA parte
I praticanti in calo del 10%. Potrebbe fermarsi qui questo comunicato. Un dato che in soldoni significa un generale disinnamoramento nei confronti di questa professione, che noi giovani - nonostante tutto e tutti - continuiamo a considerare a suo modo bellissima. Finanche esotica, in alcuni suoi aspetti. Di sicuro una professione che non può essere lasciata morire o ammazzata, come invece molti "nemici" stanno cercando di fare. Dal canto nostro, a volte purtroppo da soli, come associazione sindacale degli Under43 la stiamo provando a preservare contro ogni tipo di attacco. L'abbiamo difesa contro giornalisti-scrittori che hanno definito i "commercialisti" vicini agli usurai. L'abbiamo difesa da parlamentari di ogni colore politico che spesso sembra abbiano come unico obiettivo quello di "bypassare" gli intermediari e i professionisti come se fossimo noi l'impedimento a una vera riforma fiscale. La difendiamo oggi dopo l'ennesimo "scivolone" di un giornalista del Corriere della Sera che domenica 29 Novembre - senza mai fare nomi e citare fonti - "accusa", nemmeno tanto tra le righe, un'intera categoria perché chiederebbe "a insaputa del cliente" ristori a fondo perduto. L'abbiamo protetta anche da Vip che, una volta pizzicati per evasione fiscale, rigirano tutta la colpa ancora una volta sul commercialista. Non abbiamo mai negato e mai negheremo che (ahinoi) ci possano essere iscritti alla nostra categoria che commettano errori o peggio, ma, citando Alexandre Dumas "tutte le generalizzazioni sono pericolose".
Come UNGDCEC abbiamo tutelato e continueremo a tutelare la nostra professione in "contraddittorio", per non dire in contrasto a volte, con l'Agenzia delle Entrate, tanto che il direttore generale Ernesto Maria Ruffini per la prima volta dopo tempo, durante il nostro Congresso Straordinario, ha definito "strategico" il ruolo dei commercialisti. Continuiamo e continueremo a sostenerla attraverso comunicati e lettere pressoché quotidiani. Non perché vogliamo farci belli o invadere le vostre caselle di posta, cari colleghi, giovani e meno giovani. Ma proprio perché abbiamo l'obbligo di tenere alta l'attenzione sulle nostre problematiche. Da anni sappiamo che la nostra professione si trova davanti ad un bivio epocale e i dati forniti dal report della Fondazione Nazionale che evidenziano un calo di più di 1000 unità dei tirocinanti lo dimostra. Peccato che a volte si ha l'impressione che sia molto meglio mettere la testa sotto la sabbia. Noi, proprio perché giovani e proprio perché ci sentiamo obbligati a farlo anche per garantire il nostro futuro, questo non lo faremo mai. Non ci accontenteremo di dieci giorni di proroga per l'invio delle dichiarazioni dei redditi, perché sappiamo che "il minimo sindacale", ovvero 240 ore di proroga (di cui almeno 80 andrebbero dormite per evitare di avere poi problemi di memoria) non servono assolutamente a nulla. Perché poi dovremmo ricominciare a chiedere la proroga della proroga.
Ve lo confermiamo: i giovani commercialisti sono assolutamente contrari ad ogni forma di rinvio se fatto ex post, o all'ultimo giorno o comunque in caso non sia concesso per tempo. Ma quanto meno la nostra proposta (che rilanciamo) prevedeva 90 giorni di "periodo bianco" in cui, in caso di tardivo invio delle dichiarazioni, vi sarebbe stata la non applicabilità delle sanzioni. Ciò che è certo è che Noi sentiamo la necessità di una vera programmazione del calendario fiscale fatta di comune accordo con il Mef e l'Agenzia delle Entrate all'inizio dell'anno. Ed è anche per questa promessa (non solo per questa) che abbiamo revocato lo sciopero e che (per l'ultima volta) abbiamo "concesso" la nostra professionalità.
Ciò che è altrettanto certo è che noi sentiamo l'urgenza di tornare a innamorarci della nostra professione, senza ogni volta aver paura di aprire il giornale al mattino. Siamo nuovamente di fronte al bivio. Dal quale usciremo solo mettendo al centro di tutto l'amore e il rispetto per la nostra categoria. E per farlo abbiamo bisogno dell'unità di tutti i professionisti, giovani e meno giovani.
Perché l'Unione fa la Forza!