Comunicato stampa 15-11-2021: Professionisti "condannati" al lavoro
COMUNICATO STAMPA
PROFESSIONISTI "CONDANNATI" AL LAVORO
Come UNGDCEC combattiamo ogni giorno importanti "battaglie". Lo facciamo per il bene della categoria e per l'economia del Paese. Ci adoperiamo con instancabile dedizione anche nei momenti più difficili: spendiamo con fervore e spirito di servizio la nostra professionalità per farci ascoltare dalle istituzioni al fine di creare un sistema fiscale più equo ed un sistema amministrativo più razionale; lavoriamo con abnegazione per adempiere ai nostri doveri ed assistere i contribuenti nel rispettare le scadenze di legge; lottiamo con "tutte le nostre forze" perché siamo iscritti ad un albo e crediamo fortemente nell'importanza della professionalità, delle competenze e della deontologia. Ma quando proprio queste forze ci abbandonano, quando come ogni persona abbiamo delle difficoltà di salute, non "condannateci" al lavoro.
In Italia non esiste una disposizione di legge che consenta ai professionisti appartenenti ad altri albi professionali o genericamente ai titolari di partita Iva di posticipare di diritto le scadenze dei propri clienti in caso di malattia. Se ci concentriamo, ad esempio, sulla situazione della nostra categoria, noteremo che di frequente ci troviamo costretti a dover rimandare interventi importanti o cure fondamentali per necessità di rispettare le scadenze imposte dall'Amministrazione finanziaria e dagli impegni di studio in genere per tutte le attività di lavoro che svolgiamo poiché, in caso contrario, saremmo ritenuti responsabili personalmente per le sanzioni addebitate ai contribuenti per gli eventuali ritardi negli adempimenti. Per non parlare delle professioniste in gravidanza, che devono sperare di non partorire in date previste per udienze, perché - se eccezionalmente rinviate, dietro espressa richiesta - vengono magari posticipate a ridosso del parto, come se tale avvenimento fosse un normale "contrattempo" gestibile in qualche giorno.
Questo, in parole povere, significa ritenere (senza alcuna logica e morale) che noi professionisti non possiamo permetterci di ammalarci, come se lo scegliessimo poi, e dunque per noi parrebbe non valere il "diritto alla salute" previsto dall'art. 32 della Costituzione italiana.
I tragici fatti di cronaca dell'ultimo periodo hanno messo ulteriormente in luce la carenza di tutele per la categoria dei liberi professionisti, carenza che non può più essere ignorata.
L'intervento del Senatore De Bertoldi, che per primo ha firmato il disegno di legge n. 1474, conosciuto come "Ddl Malattia", che potrebbe colmare almeno in parte questo vuoto normativo, sembra restare tuttora inascoltato. Come Unione abbiamo voluto appoggiare il suo progetto, sollecitandone l'approvazione attraverso comunicati, webinar dedicati e conferenze stampa.
Se il disegno di legge proposto venisse approvato, di fatto è come se ai lavoratori autonomi venisse riconosciuto il periodo di malattia concesso ai lavori dipendenti, in quanto la disposizione in commento prevederebbe la sospensione di decorrenza dei termini di adempimento a carico dei liberi professionisti in caso di infortunio o di malattia. Tale sospensione sarebbe valida dal momento del ricovero in ospedale, oppure dall'inizio delle cure domiciliari, fino a 45 giorni dopo la data delle dimissioni oppure alla fine delle terapie. Tale previsione permetterebbe in parte ai liberi professionisti di poter risolvere i propri problemi di salute senza dover essere obbligati a lavorare allo stremo delle proprie forze (e oltre) e consentirebbe quindi ai clienti di evitare danni e/o sanzioni per mancato adempimento. Lo stesso beneficio spetterebbe anche alle libere professioniste in caso di parto prematuro o interruzione di gravidanza.
Il provvedimento, al vaglio della commissione del Senato, interesserebbe un'ampia platea di contribuenti: commercialisti, esperti contabili, avvocati, notai, ingegneri, geometri ed altri professionisti vincolati dagli adempimenti derivanti da un determinato incarico da cui scaturiscono precise responsabilità di legge.
Tuttavia, il silenzio del Governo rispetto all'approvazione di tale disegno di legge, nonostante le dichiarazioni pubbliche del MEF di impegnarsi in tal senso e la mole di proposte avanzate dal mondo professionale, è diventato ormai inaccettabile.
Chiediamo quindi a gran voce alle istituzioni di non temporeggiare ulteriormente al fine di garantire dignità al professionista e rispetto dei diritti inviolabili della persona, la salute non può aspettare!
Non condannateci a lavorare allo stremo delle nostre forze, approvate al più presto il "Ddl Malattia".
Roma, 15 novembre 2021
La Giunta UNGDCEC