NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Usiamo i cookie per assicurarti la migliore esperienza di utilizzo del sito. Continuando la navigazione nel sito senza cambiare la configurazione del tuo browser, potremo ritenere che accetti di ricevere cookie da questo sito.
In ogni caso, se preferisci, puoi modificare la configurazione dei cookie in qualunque momento. Tutti i moderni browser, infatti, ti consentono di modificare tali impostazioni. Abitualmente puoi trovare queste configurazioni nei menu "opzioni" o "preferenze" del tuo browser.

Comunicato Stampa 29-11-2021 In tempo di crisi, alcuni cercano soluzioni. Altri cercano colpevoli.

Abbiamo assistito silenti alle ultimissime evoluzioni a livello nazionale nella categoria. Dalle dimissioni del collega Miani, alla nomina di tre commissari, alla imposizione delle date da parte del Ministero.

Abbiamo provato a resistere alla tentazione di non dire ciò che ci ribolle dentro, ma ora sentiamo che non è più possibile.

Ci venga perdonato l'orgoglio (magra soddisfazione) di dire a tutti, dal Ministro Cartabia al sottosegretario Sisto, sempre nostro gradito ospite e interlocutore privilegiato, che avevamo anticipato quanto poi è accaduto. Sarebbe un bell'esercizio andare a raccogliere tutte le nostre lettere e le nostre comunicazioni dell'ultimo anno. Potete non farlo perché ve le riassumiamo in un'unica frase: vi avevamo anticipato ciò che sarebbe successo, quali i rischi e quali i problemi e per certi versi vi avevamo proposto già mesi fa delle soluzioni. Abbiamo assistito ad un susseguirsi di errori che hanno portato ad un nuovo commissariamento. Ed è incredibile come alcuni cerchino di far passare oggi come un successo il commissariamento, ora più che mai necessario, ma comunque di per sé sempre un fallimento.

Fallimento.

In questi giorni concitati abbiamo letto a tal proposito anche sul Sole24Ore l'intervista al dottor Massimo Miani.

In queste giornate tristi per la nostra categoria, ulteriormente appesantite da queste uscite, ci duole solo comprendere che - nonostante tutto quanto accaduto, in particolare, nell'ultimo anno - la ex guida della nostra professione non accenni mai a ciò che è veramente successo e che oramai è acclarato: il fallimento della politica portata avanti fino ad oggi, una politica dell'attesa e del rinvio, senza alcuni tipo di confronto.

Soprattutto con noi.

Miani afferma, invece, che la causa di tutto questo "guazzabuglio" sarebbe una crisi degli Ordini... ma soprattutto il ruolo dei Sindacati. In particolare, ci accusa di pretendere un ruolo che non è il nostro; che non riconosciamo la rappresentanza istituzionale e che abbiamo un peso "che non si sa bene". Forse non conosce il peso che abbiamo, non lo ha visto o si è rifiutato di accettarlo, questo però non può più essere un nostro problema.

Ascoltare i Sindacati non sarebbe stato un indecoroso svilimento del proprio ruolo istituzionale, ma in compenso avrebbe potuto essere l'occasione per avere suggerimenti - forse addirittura soluzioni! - dalla "base". Col senno di poi, per sapere come sarebbe andata a finire, avrebbe potuto semplicemente ascoltarci o organizzare una videoconferenza rapida (un'oretta al massimo) dove discutere serenamente e trovare - si, anche insieme a noi - una soluzione. Ma si è deciso di fare altro. Tutt'altro (ndr: come mandare l'intera Giunta Nazionale in disciplina).

Tornando all'oggi, nell'attesa che i commissari portino avanti il loro compito nella maniera più corretta possibile, rilanciamo le nostre proposte e invitiamo tutti i commercialisti a sottoscrivere un patto di mandato che aiuti e convinca ognuno a fare la sua parte.

Perché è necessario costruire le fondamenta della nostra nuova casa e perchè dovrà essere evidente a tutti che i commercialisti sono la giusta e necessaria cura ai problemi economici del paese.

Una cura che per essere efficace dovrà essere tempestiva.

Dovremo iniziare a ricostruire partendo da alcuni punti fondamentali, quali il recupero della dignità, la forza della conoscenza e la nostra assoluta imprescindibilità sulle nostre materie e - permettetecelo - la coesione e la collaborazione fra generazioni differenti.

Perché il rinnovamento è fondamentale, perché serve una politica di categoria illuminata, che abbia una visione.

Che unisca e non divida.

Abbiamo bisogno di cambiare e ripartire, di costruire un nuovo metodo basato sul confronto, fatto di esperienze e anche di giovani professionisti. Quegli stessi giovani che saranno naturalmente protagonisti dei tempi che verranno e che non possono essere visti dal vertice come un problema da risolvere o peggio addirittura come capri espiatori, ma come risorse da cui attingere a beneficio di tutti.

Abbiamo bisogno - in buona sostanza - di un nuovo metodo perché il "vecchio metodo" fin qui seguito ha semplicemente fallito.

Di questo e di molto altro parleremo, anche raccogliendo spunti e idee da chi vi parteciperà, in occasione del Forum del 10 dicembre a Roma presso l'Auditorium della Tecnica, ospitati da Confindustria.

 Scarica il PDF 

 Roma, 29 novembre 2021

La Giunta UNGDCEC

Chi siamo

L'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili è stata costituita il primo maggio 1989, per la necessità di costituire un organismo nazionale di rappresentanza la cui natura volontaristica miri al perseguimento di obiettivi di alla crescita professionale, etica e culturale degli iscritti. L'unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo è stata fondata nel 1989, per diffondere anche sul territorio locale lo "spirito di Unione"

App ufficiale per iOS!

Spazio a disposizione

  

Spazio disponibile