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"UN DIRITTO NON È CIÒ CHE QUALCUNO TI CONCEDE MA È CIÒ CHE NESSUNO PUÒ TOGLIERTI"

È da poco che, grazie all'intervento del Senatore de Bertoldi (FdI), è stato firmato il disegno di legge n. 1474, conosciuto come "DDL Malattia", emendamento malattia ed infortunio dei professionisti approvato nella Legge di Bilancio 2022, che in parte mira a colmare un evidente vuoto normativo, riconoscendo anche ai professionisti il periodo di malattia concesso ai lavori dipendenti, prevedendo in particolare la sospensione di decorrenza dei termini di adempimento a carico dei liberi professionisti in caso di infortunio o di intervento chirurgico o, in ultimo, in caso di grave malattia. È stato previsto, in particolare, che la sospensione venga attivata dal momento del ricovero in ospedale, oppure dall'inizio delle cure domiciliari, fino a 45 giorni dopo la data delle dimissioni oppure alla fine delle terapie domiciliari qualora non si fosse reso necessario il ricovero in ospedale.

Importantissima novità che finalmente ha dato avvio al difficile percorso di riconoscimento in capo al professionista del "Diritto alla salute" quale un di cui del più ampio "Diritto alla Vita".

Purtroppo però non basta.

Come Unione riteniamo necessari interventi legislativi che consentano al libero professionista di vedersi garantito il diritto - al pari di altre tipologie di lavoratori - circa la possibilità di mettere in "pausa" tutte le attività lavorative che lo vedono coinvolto (ordinarie, di adempimenti fiscali, giudiziarie, consulenziali in genere, etc.) in particolari momenti della propria vita nei quali non può, legittimamente, garantire il medesimo impegno per motivazioni specifiche che riguardano la propria salute, ad esempio in caso di gravidanza o di malattia, o la salute di un proprio caro.

Chiediamo che nel "DDL Malattia" venga ampliata la tutela del professionista non solo in termini di sospensione degli adempimenti fiscali, ma consentendo la sospensione per un dato periodo di tutti gli obblighi lavorativi professionali.

Chiediamo, inoltre, che sia contemplato non solo lo stato di malattia, ma anche la maternità per le donne professioniste e che la sospensione sia estesa di default a tutte le attività professionali svolte.

Chiediamo che venga riconosciuto il congedo di paternità anche agli uomini professionisti, considerando che recentemente è stato reso obbligatorio e prolungato per altre categorie di lavori.

Chiediamo che venga esteso anche alla categoria dei liberi professionisti il concetto di "morte bianca", perché troppe volte gli impegni lavorativi e le pressioni dettate dalle scadenze ci portano a sottovalutare un problema di salute che apparentemente non sembra grave ma che, purtroppo, in alcuni casi ha risvolti tragici.

Pretendiamo che venga rispettato e tutelato il sacrosanto "Diritto alla Vita", che deve poter essere esercitato da tutti gli individui indistintamente, come sancito dalla nostra Costituzione, e non solo da coloro che svolgono attività sotto forma di lavoro dipendente.

E ancora una volta, come in ogni nostra iniziativa Unione in tema di pari opportunità, viene spontaneo concludere con una frase di William Ramsey Clark: "UN DIRITTO NON È CIÒ CHE QUALCUNO TI CONCEDE MA È CIÒ CHE NESSUNO PUÒ TOGLIERTI".

https://www.knos.it/editoriale/news/2022/02/04/comunicato_stampa_04-02-2022_pari_opportunit%c3%a0/14109

Roma, 4 febbraio 2022                

La Giunta UNGDCEC     

Gentile Collega,

Ti invitiamo a partecipare al prossimo Corso organizzato dalla FONDAZIONE CENTRO STUDI UNGDCEC, sul tema:

"LE OPERAZIONI STRAORDINARIE"

Il corso di approfondimento, della durata di 15 ore distribuiti su 5 incontri, valido per la formazione professionale continua si svolgerà nei giorni 08/02, 15/02, 22/02, 01/03, 15/03 dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

Il prezzo per la partecipazione è di Euro 300,00 per la quota ordinaria, e di Euro 150,00 per gli associati UGDCEC.

Il corso nasce per fornire ai professionisti una formazione ed una conoscenza delle possibili opzioni di operazioni straordinarie e di riassetto societario da adottare. L'uso di questi strumenti, utili non solo in ambito di crisi aziendali, ma anche per soddisfare esigenze di ridefinizione dei complessi aziendali e delle fasi di crescita, interna od esterna, che l'azienda intende intraprendere. L'azienda è una realtà dinamica, in continuo cambiamento, ed è importante poter fornire una consulenza qualificata per garantire un costante adeguamento dell'assetto societario e organizzativo. 

Il corso si strutturerà in 5 incontri, dedicati alle principali operazioni straordinarie, che saranno esaminate dal punto di vista giuridico, contabile e fiscale. Nei singoli incontri verranno portati dei casi pratici per valutare l'impatto sulla situazione patrimoniale e finanziaria delle diverse operazioni.

Programma e iscrizioni al link:
https://www.centrostudiungdcec.it/corso-operazioni-straordinarie/

Cordiali saluti.

Fondazione Centro Studi UNGDCEC
segreteriacorsi@centrostudiungdcec.it    

I presidenti di Associazione Dottori Commercialisti, Maria Pia Nucera, Associazione Italiana Dottori Commercialisti, Andrea Ferrari e Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Matteo De Lise, hanno scritto una lettera ai ministri della Giustizia, Marta Cartabia, dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, chiedendo un intervento d'urgenza sulle disposizioni legate ai dottori commercialisti nel nuovo istituto della Composizione negoziata della crisi d'impresa. L'obiettivo è che si intervenga per colmarne le lacune e ovviare ad alcune criticità, così da consentirne la piena attuazione.

Questo il testo della lettera:

"Le scriventi associazioni nazionali dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, con l'ottica propositiva e con lo spirito di servizio a cui sempre si ispirano, si permettono di sottoporre alcune considerazioni in ordine alla disciplina della crisi d'impresa ed in particolare al nuovo istituto della "Composizione negoziata".

Pur accogliendo favorevolmente il complessivo impianto normativo dettato dal D.L. 118/2021, convertito con la L. 147/2022, in ragione della potenziale attitudine del procedimento ivi delineato alla pronta risoluzione delle crisi d'impresa, si evidenziano delle criticità che rischiano di pregiudicarne l'efficacia e la concreta fruibilità per i soggetti destinatari.

Destano, in particolare, più di una perplessità i requisiti posti dalla norma per l'accesso dei dottori commercialisti all'Elenco degli esperti, aggiunti in sede di conversione del decreto e successivamente precisati con il Provvedimento del Ministero della Giustizia del 29 dicembre 2021.

La Legge di conversione ha, infatti, indicato anche per i dottori commercialisti, quale ulteriore requisito di accesso all'elenco degli esperti in composizione negoziata della crisi - oltre all'iscrizione da almeno cinque anni all'albo ed alla specifica formazione disposta dal decreto dirigenziale del Ministero della Giustizia del 28 settembre 2021 - l'aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d'impresa.

Ulteriore requisito non contemplato - giustamente ad avviso delle scriventi - nella formulazione originaria della norma, in riconoscimento della specifica competenza dei dottori commercialisti, conseguita grazie ad un percorso di studi universitari, un tirocinio, nonché un esame di abilitazione alla professione tali da assicurare la piena preparazione nelle materie attinenti alla crisi d'impresa, all'analisi economico-finanziaria dei bilanci, alla conoscenza degli intermediari finanziari ed al diritto del lavoro e della mediazione.

Con il richiamato Provvedimento del 29 dicembre 2021, sono stati, altresì, distintamente enucleati gli incarichi, in numero minimo di due, atti ad integrare le esperienze lavorative necessarie per accedere al nuovo elenco. In merito, non ci si può esimere dal rilevare che dai primi riscontri pervenuti dagli associati sia già emerso il numero estremamente ridotto dei colleghi in grado di soddisfare congiuntamente i requisiti richiesti; numero sicuramente insufficiente rispetto alle finalità a norma e che finisce, così, per svuotarla di significatività.

Anche a voler prescindere da questi effetti, non ci si può esimere dal rilevare che la mancata valorizzazione della precipua formazione e professionalità del dottore commercialista ed in specie della mancata inclusione di alcune tipiche esperienze professionali, quali quelle di curatore fallimentari, amministratore giudiziario ed arbitro, appare poco giustificabile. Aldilà delle differenti finalità degli istituti è, infatti, innegabile che rivestendo tali funzioni i dottori commercialisti abbiano maturato competenze estremamente utili anche in fase di prevenzione della crisi.

Del pari sarebbe opportuno valorizzare, in ottica prospettica, anche l'esperienza di coloro che saranno chiamati a rivestire, nell'ambito della normativa de qua, ruoli diversi da quello di esperto, come gli advisor nei piani di composizione negoziata della crisi, o gli ausiliari ex art. 68 c.p.c., nominati ai sensi dell'art. 18 c.3 del D.L.118/2021 convertito in L. 147/2021.

Si renderebbe, perciò, quanto mai opportuno intervenire con urgenza sulle disposizioni richiamate, per colmarne le lacune ed ovviare alle criticità evidenziate, così da consentire la piena attuazione del nuovo istituto, nel rispetto della ratio normativa".

https://www.knos.it/editoriale/news/2022/02/03/comunicato_congiunto_3-02-2022/14106

Roma, 3 febbraio 2022

ECCO CI RISIAMO!

Lo scaricabarile. Non tutti sanno che la definizione ormai comune deriva da un gioco da ragazzi consistente nel porsi schiena contro schiena e, tenendosi con le braccia incrociate e piegate, alzarsi a vicenda più volte. Per metafora ormai chi gioca allo scaricabarile è chi cerca di ributtare le colpe su qualcun altro.

Ecco, ci risiamo. Ogni volta che si parla di fisco, a chi tocca il "barile" di colpe? Al commercialista. Perché il commercialista non poteva non sapere, perché è sicuramente colluso, perché addirittura è stato colui che - senza nemmeno dirlo al cliente - ha inventato l'elusione o addirittura l'evasione.

Questo modo di pensare (assolutamente errato, inutile pure sottolinearlo) trova PERICOLOSAMENTE ulteriore "conforto" anche nell'orientamento della Suprema Corte (da ultima, Cassazione, sentenza n. 156/2022) di fronte alle ipotesi di reato tributario in tema di tenuta della contabilità e di deposito delle scritture contabili. Per riassumere, il pensiero degli Ermellini è il seguente: dove c'è frode c'è necessariamente di mezzo il Commercialista. Come dicevamo, un luogo comune oramai difficile di scardinare, non più solo nella credenza popolare, ma, purtroppo, sempre più anche nelle stanze dei bottoni e nelle aule giudiziarie; tutto ciò nonostante gli innumerevoli esempi virtuosi che continuano ad essere, ahinoi, oscurati da quei pochi, pochissimi comportamenti fraudolenti, che spesso si scopre, fra l'altro, essere di non iscritti all'albo.

Nella generalità dei casi, il Dottore Commercialista ha un ruolo chiave e centrale, figura di riferimento, garanzia di correttezza e legalità sia per i clienti che per lo Stato. E' evidente che laddove il professionista sia connivente di fronte a una frode debba e dovrà essere giudicato nelle sedi opportune, ma ciò è ben diverso dal caricare il commercialista di una responsabilità di indagine su non manifeste finalità dolose del cliente che va spesso al di fuori delle proprie competenze e che sta diventando sempre più il modus operandi della giurisprudenza, del legislatore e, a volte, anche dell'amministrazione finanziaria. In questa cornice si innesta il nuovo ulteriore giro di vite che il decreto sostegni-ter all'art.26 ha dato alla cessione dei bonus fiscali: dal superbonus 110% e i crediti edilizi, ai tax credit affitti, e quelli per la sanificazione dei luoghi di lavoro. Come sappiamo è infatti stata bloccata la cessione multipla di questi crediti d'imposta, prevedendo, invece, la possibilità di una sola cessione da parte dell'impresa agli intermediari finanziari. Giusto l'obiettivo di contrastare le frodi, ma questi continui cambiamenti in corsa e innumerevoli vincoli finiranno per bloccare il mercato, creando inefficienze e un numero incalcolabile di contenziosi.

Il risultato sarà solo un'irrimediabile sconfitta per tutti: contribuenti, imprese, istituzioni e professionisti. Se, invece, a partire dalla stesura della norma fossero stati coinvolti i commercialisti, non si sarebbe certamente giunti a questo punto e si sarebbe potuti arrivare a un compromesso in grado di rispettare e dare un ruolo a quella centralità del professionista dovuta alla corretta fiducia riposta nelle sue capacità professionali e morali.

A questo punto siamo noi a chiedercelo.

DI CHI E' LA COLPA DI TUTTO CIO'? Ahimè in questo caso dobbiamo rispondere la stessa cosa di altri: del commercialista. Ma, ATTENZIONE, non di quello genericamente "attaccato" e accusato da molti, ma del "commercialista" che, fino ad oggi, ha avuto in mano le redini della nostra professione. Del "commercialista" che ha causato un vuoto istituzionale dovuto alla lotta intestina che sta bloccando le elezioni da un anno e mezzo a questa parte. Del "commercialista" che ha dimostrato spesso e volentieri di non avere alcun interesse a tutelare una categoria, in particolare quella dei giovani commercialisti, che sta perdendo giorno dopo giorno appeal e certezze. Del "commercialista" che ha passivamente permesso a chiunque di trattare la nostra categoria come l'ultima ruota del carro istituzionale.

E allora forse - lo diciamo a bassa voce - non serve più nemmeno un "commercialista" che ci porti fuori da questa impasse. Forse serve altro. Siamo stati addirittura capaci di trasformare un mandato tecnico da parte del ministero in un mandato politico.

Quindi non ci resta che sperare che a portarci fuori DEFINITIVAMENTE da questo "pantano" elettorale ci sia chi abbia visione e competenze, provocatoriamente diciamo addirittura un ex notaio, un ex avvocato o un ex geometra. Chiunque possa permettere a questa categoria di non perdersi in altre battaglie figlie di anni di fraintendimenti senza dare luogo a nuovi ricorsi. Qualcuno che abbia un solo obiettivo: modificare con senno il 139.

Per essere certi che tutto questo non accada mai più.

È giunta l'ora che la categoria si affidi a chi davvero vuole migliorare, far evolvere, di certo cambiare in meglio il lavoro quotidiano di noi professionisti.

Altrimenti.hanno e avranno sempre ragione LORO. E tra qualche mese saremo ancora qui a lamentarci e a ricominciare con ... "ecco ci risiamo... la colpa è del commercialista".

https://www.knos.it/editoriale/news/2022/01/27/comunicato_stampa_27-01-2022_ecco_ci_risiamo!/14104

Roma, 27 gennaio 2022

La Giunta UNGDCEC

ADC - AIDC - UNGDCEC

Le nostre associazioni contestano decisamente l'attuale formulazione delle disposizioni normative disciplinanti la figura dell'esperto negoziatore.

Questa posizione critica scaturisce dalle modifiche apportate in sede di conversione nella L. 21 ottobre 2021, n. 147 (in G.U. 23/10/2021, n. 254) del Decreto-Legge 24 agosto 2021, n. 118.

L'art. 3, comma terzo, della legge di conversione ha, infatti, aggiunto anche per i dottori commercialisti, quale ulteriore requisito di accesso all'elenco degli esperti in composizione negoziata della crisi - oltre all'iscrizione da almeno cinque anni all'albo ed alla specifica formazione disposta dal decreto dirigenziale del Ministero della Giustizia del 28 settembre 2021- l'aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d'impresa.

Ulteriore requisito che non era, giustamente invece, contemplato nella formulazione originaria della norma, in riconoscimento della specifica competenza dei dottori commercialisti, conseguita grazie ad un percorso di studi universitari, un tirocinio, nonché un esame di abilitazione alla professione, tali da assicurare la piena preparazione nelle materie attinenti alla crisi d'impresa, all'analisi economico-finanziaria dei bilanci, alla conoscenza degli intermediari finanziari ed al diritto del lavoro.

Ancor meno condivisibili risultano, poi, le interpretazioni fornite dal Ministero con provvedimento del 29 dicembre 2021, ove, individuando analiticamente, con una sorta di "interpretazione autentica", gli incarichi che integrano l'esperienza necessaria per accedere al nuovo elenco, escludono, tra gli altri, i curatori fallimentari, e pongono il vincolo ulteriore dello svolgimento di almeno due degli incarichi individuati, al fine del valido assolvimento del requisito in questione.

Tutto ciò induce a ritenere che si stia attuando una discriminazione a danno della nostra professione, probabilmente basata su una scarsa conoscenza del ruolo e delle funzioni pertinenti da sempre svolte dalla nostra categoria.

Si ritiene anche che dette modifiche, vista la portata restrittiva, mineranno le possibilità di una adeguata formazione degli elenchi degli esperti negoziatori e, quindi, pure di una efficace applicazione della nuova disciplina, che finirebbe così per tradursi nell'ennesima riforma incompiuta.

Per tali ragioni e per garantire degna tutela a tutti i commercialisti, facendosi parte diligente, queste Associazioni hanno avviato i lavori per formulare unitariamente e prontamente una proposta di sostanziale modifica e rivisitazione delle disposizioni richiamate.

Maria Pia Nucera, Presidente ADC

Andrea Ferrari, Presidente AIDC

Matteo De Lise, Presidente UNGDCEC

Roma 25 gennaio 2022

https://www.knos.it/editoriale/news/2022/01/25/comunicato_stampa_congiunto_25-01-2022/14096

L'attuale contesto sociale, ambientale ed economico richiede nuovi approcci nell'attività di impresa e nello svolgimento della nostra professione di Dottori Commercialisti.

Lo conferma l'attenzione crescente alla transizione ecologica e il fatto che la crisi pandemica ed energetica richiedono l'integrazione di concetti di valore più completi, orientati non solo ai parametri finanziari, ma che coinvolgano maggiormente le persone e l'ambiente in cui l'impresa opera.

Larry Fink, CEO di Blackrock, il più grande gestore mondiale con più di 10 mila miliardi di dollari di assets in gestione, ha scritto la scorsa settimana, nella sua annuale lettera aperta ai CEO delle imprese in cui Blackrock ha investito, che è prioritario identificare, sviluppare e comunicare lo scopo dell'impresa, per generare valore e affidamento negli stakeholders.

Investire nel lungo periodo in coerenza con lo scopo primario dell'impresa, integrando obiettivi di redditività e obiettivi di sostenibilità, coinvolgendo gli stakeholder di riferimento, permette all'impresa di generare valore nel lungo periodo, operando in continuità.

Il mondo finanziario si sta già muovendo per misurare sempre più il merito creditizio considerando perciò parametri finanziari e non finanziari.

In aggiunta, i principali Regulators internazionali hanno intensificato la propria attività con l'obiettivo di definire standard di rendicontazione confrontabili, che permettano la comparabilità dei dati e la valutazione dell'affidabilità delle informazioni pubblicate dalle imprese in tema di risultati, gestione dei rischi e impatti finanziari e nell'ambito ESG.

Questo scenario pone anche per i Dottori Commercialisti quale prioritario lo sviluppo di competenze specifiche sulle tematiche della sostenibilità, ambito in cui si prevede che saranno richieste nei prossimi anni nuove professionalità.

Il nostro ruolo è centrale nel sistema Paese, in particolare quale supporto alle PMI, motore della nostra economia, ed è con l'obiettivo di sviluppare nuovi approcci che il prossimo 26 gennaio inizierà il Corso sulla Sostenibilità, organizzato dalla Fondazione Centro Studi UNGDCEC in collaborazione con Fondazione O.I.B.R. e con la partecipazione di Assobenefit e Double-you Welfare Management di Zucchetti.

Attraverso il coinvolgimento di relatori di rilievo nel panorama nazionale ed internazionale, tra cui un Advisor dell'UN SDG Joint Fund e due membri della Task Force EFRAG sulla rendicontazione, i partecipanti analizzeranno con un approccio multidisciplinare le implicazioni della sostenibilità sulla rendicontazione, sul controllo di gestione, sulla revisione e sulla comunicazione, con un focus sulle Società Benefit.

Roma, 25 gennaio 2022

La Giunta UNGDCEC

https://www.knos.it/editoriale/news/2022/01/25/comunicato_stampa_25-01-2022/14098

Si parla molto di caro-bollette e caro-energia in questi giorni. Anche come professionisti che tutti i giorni "combattono" al fianco dei nostri clienti, siano essi privati o imprenditori, abbiamo toccato con mano le difficoltà che si stanno creando, in particolare nelle imprese attività commerciali ed anche gli stessi studi professionali, che vedono i costi operativi legati all'energia incrementarsi in maniera esponenziale.

Siamo giovani dottori commercialisti, e da due anni a questa parte - da quando cioè è scoppiata la pandemia globale con tutte le inevitabili conseguenza - abbiamo provato a proporre alla politica e ai principali stakeholders anche alcuni "aggiustamenti" che ci vengono sottoposti da parte delle nostre commissioni, costituite da centinaia di iscritti che continuano a lavorare alacremente anche in queste settimane.

Aggiustamenti e proposte emendative che, come nel caso delle proroghe per il versamento delle cartelle esattoriali, in alcuni casi sono state accolte e rielaborate.

Ebbene, proprio in questi giorni le nostre commissioni che si occupano di Fisco hanno elaborato la bozza di una proposta di contributo perequativo legato al caro energia, che porteremo nei prossimi giorni sui tavoli politici.

La procedura di fatto non andrebbe a dare aiuti a pioggia, ovvero uno dei principali difetti dei primi interventi governativi durante il 2020.

Si tratta invece di un ENERGY CREDIT generato a seguito di presentazione di apposita istanza telematica. Le imprese e i professionisti potranno certificare, grazie all'apposizione di un visto da parte di un dottore commercialista iscritto all'ordine, il costo medio mensile sostenuto durante il primo trimestre del 2019 per l'energia elettrica, andandolo a confrontare entro il 30 aprile 2022 con il costo medio mensile sostenuto nel primo trimestre 2022.

Sulla base delle disponibilità e degli appositi appostamenti di bilancio, tale incremento potrà, almeno in una buona %, essere tramutato in un credito di imposta necessario a compensare i debiti erariali o contributivi nei mesi successivi dopo apposito accoglimento dell'istanza da parte dell'agenzia delle entrate.

Come sempre, non vogliamo sottrarci a dare una mano al Paese, anche attraverso queste proposte, esattamente come tutti i commercialisti stanno facendo da sempre, perché - molto semplicemente e ancora una volta di più - indispensabili.

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Roma, 20-01-2022
La Giunta UNGDCEC

Chi siamo

L'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili è stata costituita il primo maggio 1989, per la necessità di costituire un organismo nazionale di rappresentanza la cui natura volontaristica miri al perseguimento di obiettivi di alla crescita professionale, etica e culturale degli iscritti. L'unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo è stata fondata nel 1989, per diffondere anche sul territorio locale lo "spirito di Unione"

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